Nel borgo che i Celti Insubri chiamavano Raudon vive un coprofago. Così ho letto su un quotidiano nel vasto Web: è un uomo che invita le donne a casa sua e mangia le loro feci. Ingoia lo sterco, lo ingurgita dopo avero masticato a lungo. Egli considera le feci uscite dall'ano femminile come il prodotto terminale di una paziente opera di osmosi, con cui la donna assimila l'Universo e lo trasforma, distillandolo. Così, quando si ingozza di escrementi, costui crede di celebrare una forma di eucarestia panteista e di diventare egli stesso Dio.
Diamo un nome alle Cose della Notte, che secondo Howard Phillips Lovecraft non hanno e non devono avere un nome.
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martedì 12 gennaio 2010
domenica 10 gennaio 2010
Diario Nero dell'Esilio XXIV
Un pianeta a forma di pera, sfigurato dalla spaventosa forza di attrazione di un sole di dimensioni microscopiche. Un gorilla dal pelo fulvo, che si cimenta nella raccolta di grosse termiti bianche dal corpo molliccio. Un pagliaccio che cerca di intrattenere una gang di rettiliani armati di spranghe in una New York futuribile. Frammenti di immagini mentali che emergono dai miei ricordi, come schegge impazzite di Nulla che si conficcano proprio nel nucleo gelido del Vuoto.
Diario Nero dell'Esilio XXIII
Mentre la sonnolenza mi coglie sulla poltrona, mi auspico la comparsa di un entomologo talmente sapiente da essere capace di raccogliere informazioni sulle lingue usate dalle formiche per comunicare tra loro. Un autore potente, in grado di comporre autentici vocabolari mirmecologici. Cosa accadrebbe, rispondetemi, se veniste a sapere che la geografia dei formicai non ha nulla da invidiare a quella delle nazioni degli uomini? Provate a pensarci: ogni colonia di quei minuscoli insetti sociali conosce tutto ciò che è noto agli uomini. Guerra, ubriachezza, agricoltura, schiavitù, gerarchie, persino matematica, filosofia e religione!
Diaro Nero dell'Esilio XXII
Vago ricordo di un laboratorio sotterraneo. Estenuanti misure interferometriche e condizioni disagevoli da cui la mia nascita nobile non mi ha esentato.
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venerdì 8 gennaio 2010
Diario Nero dell'Esilio XXI
Impressione anomala di avere un microscopico asteroide in rotta di collisione con la mia ipofisi. Non c'è corrispondenza tra il cosmo fisico e il mio microcosmo solipsistico. Per quanto cerchi di far collimare queste due realtà, proprio non ci riesco. Il sospetto è che la prima, a livello macrocosmico, sia soltanto una costruzione delirante irradiata in non so che modo dalla seconda. Illusione di potermi quietare nell'Estinzione, in un vuoto senza confini dove nessuna sensazione mi possa ancora perseguitare.
Diario Nero dell'Esilio XX
Abitare in un paese pieno zeppo di milf succhianti e non trovarne nemmeno una disposta a provocarmi la fuoriuscita del materiale genetico. Per forza, lo stesso paese in cui penso di vivere è soltanto un'illusione. In realtà la mia situazione è molto peggiore: mi trovo in un batiscafo e sono immerso in un abisso senza fondo, fatto di etere più pesante del piombo.
Diario Nero dell'Esilio XIX
Un potente re viveva in un atomo di plutonio, ma nel corso del decadimento il suo reame fu distrutto. Così almeno si narra.
mercoledì 6 gennaio 2010
Diario Nero dell'Esilio XVIII
Illusione. Per una frazione di microsecondo credo d'aver intravisto una falla nell'Ologramma. Poi tutti si stempera in borborigmi cognitivi.
Diario Nero dell'Esilio XVI
Lo sperma sale nell'uretra. La pressione del genetico viene lentamente meno mentre il getto scaturisce e si schianta sulle piastrelle del bagno. Immagino una donna inginocchiata proprio lì davanti, i piedi dalle unghie smaltate di rosso proprio a pochi centimetri dai coaguli seminali appena eiettati.
Diario Nero dell'Esilio XV
Divenire paralizzato. Tempo che non scorre. Percezione subliminale di qualche corpuscolo subatomico vibrante. Forse è allucinazione. Al di sotto della Morte Termodinamica dell'Universo.
lunedì 4 gennaio 2010
Diario Nero dell'Esilio XIII
Percezione di universi sovrapposti al nostro. Dense nuvole di spiriti immondi, compatte come l'acciaio, che stridono in modo atroce nei miei nervi acustici. Quanto mi manca il quieto Vuoto del Non-Essere!
Diario Nero dell'Esilio XII
In volo verso la Stella della Morte, che brilla intensa di Luce Nera nel Cielo del Nulla!
Diario Nero dell'Esilio XI
Intrappolato in questo assurdo divenire, ogni istante dilatato in un'eternità di agonia...
domenica 15 novembre 2009
Diario Nero dell'Esilio IX
Anelo la liberazione dall'orrore della quotidianità, fosse anche per bruciare in una chioma di fuoco termonucleare!
Diario Nero dell'Esilio VIII
Emerso dalla Peste, sopravvissuto al banchetto virale, solo per ritrovarmi schiavo di vincoli quantistici che mi imprigionano a questo osceno cronotopo. Fisso il cielo cenerognolo, bramando la caduta di un asteroide. Possa la Morte Cometaria purificare questo termitaio.
domenica 11 ottobre 2009
Diario Nero dell'Esilio VII
Il tempo si disperde in rivoli torbidi come il sangue che cola nello scarico di una macelleria. Odio questo cosmo di letame.
Diario Nero dell'Esilio VI
Guardo le forme di una donna di pixel. Non posso fare a meno di pensare alla carne marcia invasa dai cagnotti.
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