mercoledì 9 maggio 2012

Fratacchioni cenerognoli

Uno strano sogno. Uno strano luogo in montagna, impervio. Mi trovavo sul tetto di ceramica di un grande monastero. Non aveva tegole, ed era tutto deformato da enormi rigonfiamenti e pieno di crepe, come se fosse stato plasmato male da un vasaio e poi spaccato. In vari punti nel tetto c'erano grandi buchi, attraverso i quali vedevo alcuni frati in grande agitazione. Dal colore dei sai, sembravano francescani.

giovedì 3 maggio 2012

Connettivismo e Mainstream

Giovanni, mi sembra che sia una questione di lana caprina. Le solite discussioni su cosa è fantascienza e cosa non è fantascienza, che potrebbero andare avanti all'infinito. Io seguo semplicemente la realtà dei fatti, quella che i miei sensi mi trasmettono. Un'opera come "La possibilità di un'isola" di Houellebecq è fantascienza indipendentemente da dove viene poi collocato il volume negli scaffali delle librerie. Non trovo semplicemente possibile che venga definito "mainstream" un autore come William S. Burroughs, che non esitava a parlare di sodomia e di anilingus in contesti surreali usando tecniche narrative che non mi sembrano proprio alla portata di un volgo incolto. Un'opera di Ballard come "L'allegra compagnia del sogno" presenta alcuni brani che sconvolgerebbero la maggior parte del pubblico (come quando descrive fantasie aberranti nei confronti di una bambina affetta da trisomia 21). Se scrivessimo noi cose simili, potremmo essere denunciati: non ci sarebbe un'anima viva che ci etichetterebbe come "mainstream" per pararci il culo. Dov'è il "vasto consenso" di queste opere? Non mi sembra proprio che la cultura popolare sia innervata da stilemi burroughsiani e ballardiani. Non mi risulta nemmeno che il linguaggio di Philip K. Dick sia immune da esoterismo. L'autore in questione ha una complessità filosofica notevole, anche se il grande pubblico al massimo nota le descrizioni di improbabili gingilli tecnologici. Ho letto diverse opere dickiane che non sono di fantascienza, come "Confessioni di un artista di merda", a parer mio meritorie. Esse sono tradizionalmente etichettate come "mainstream", ma diffido della validità di tale definizione, visto che sono state pubblicate dopo la sua morte e non hanno mai avuto successo. Per quanto riguarda l'uso delle parole, la realtà è molto diversa da come la vedo descritta: ha successo ed è "mainstream" solo chi riesce a farsi una posizione e ad avere abbastanza soldi da far rimuovere la pornoetichetta "fantascienza" dalle sue opere. I più fortunati al successo ci riescono in vita; gli altri, se va bene, ci riescono dopo la morte. Dick, che coi suoi scritti doveva arrivare a fine mese, riducendosi persino a mangiare cibo per cani, se vivesse in questi tempi andrebbe ad ingrossare le fila degli autori diseredati costretti a pagare le case editrici per farsi pubblicare, solo per averne un mucchio di libri invenduti con due sole alternative: ricomprarli a metà prezzo o mandarli al macero. Certo, dimenticavo che adesso ci sono gli e-book, ma la bolla potrebbe scoppiare presto.

martedì 1 maggio 2012

Dense nuvole di spiriti immondi!

Da anni soffro di ogni sorta di percezioni orribili. I demoni mi perseguitano senza sosta, come perseguitavano Antonio l'Eremita nel deserto. D'altronde la cosa non deve stupire: questa è casa loro, sono io l'estraneo.