sabato 7 gennaio 2012

Miserie della biologia

Sono in un locale, arriva Logos, che è sbarbato e ingrassato, la pelle gonfia, e parliamo. Dice cose inconsistenti, da una parte che il Connettivismo è in completa rovina, però poi si contraddice dicendo che tutti ci cercano. Dobbiamo bere qualcosa, ma io sono preso da un impulso incoercibile di orinare, così vado al piano di sopra del locale, che sembra una villa con marmi screziati che emanano qualcosa del sepolcro. Il mio ventre è gonfio di urina, entro in un bagno, ma la tazza del cesso è piena zeppa di biancheria femminile sporca. Ci sono tappeti arrotolati zeppi di polvere e di feci essiccate, nere. Dalla finestra entra il sole, sembra una camera d'albergo, ma è pieno di mosche morte, fa schifo. Non posso trattenermi, così estraggo il pene e orino spruzzando sul tappeto pieno di feci nere e sul cesso zeppo di intimo femminile sudicio. Liberarmi dalla piscia mi porta una grande pena, come se avessi ancora molto da evacuare. Esco e cerco di scendere da basso, ma mi accorgo di non avere più i pantaloni, che qualcuno deve avermi sottratto. Entro in un altro cesso, che è tutto in marmo screziato grigio e nero, sepolcrale. Mi siedo sulla tazza, quando mi accorgo che c'è un vecchio con un grosso pene flaccido e un cranio abnormemente grande, che sta vicino a uno specchio e mi fissa.

Nessun commento: